«Dopo diciotto ore di un lungo e approfondito confronto, è stato finalmente siglato tra sindacati e associazioni di categoria il protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro.
Per il bene del Paese, per la tutela della salute di lavoratrici e lavoratori.
L'Italia non si ferma».
Sono le parole che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte affida a un tweet per commentare il protocollo contenente le nuove regole sul lavoro nell'emergenza Coronavirus (lo trovate in allegato).
In pratica si tratta di un campionario di comportamenti, sottoscritto da Cgil, Cisl e Uil con il governo e la parte datoriali, per adottare tutte le misure utili per contrastare e contenere la diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro.
La stessa Cgil parla di «risultato molto importante», in quanto «la salute di chi lavora è per noi un’assoluta priorità che deve precedere qualunque altra considerazione economica o produttiva».
Ma l’importanza del protocollo ha anche un risvolto economico, laddove renderà possibile alle imprese di tutti i settori – quindi anche all’autotrasporto – di ricorrere ad ammortizzatori sociali e alla riduzione o sospensione dell’attività lavorativa, per mettere in sicurezza i luoghi di lavoro.
Il protocollo è lungo, ma la parte che maggiormente interessa gli autotrasportatori o i corrieri è quella relativa all’ingresso in azienda daparte di fornitori esterni.
I punti interessanti, in particolare, sono due, uno un po’ più generico, l’altro puntuale.
Il primo riguarda l’ingresso di autisti di mezzi di trasporto nelle aree dell’azienda.
Il protocollo dice che «s e possibile, gli autisti dei mezzi di trasporto devono rimanere a bordo dei propri mezzi».
Ma soprattutto aggiunge che il loro accesso negli uffici «non è consentito per nessun motivo».
Rispetto alle attività necessarie per preparare «le attività di carico e scarico, il trasportatore dovrà attenersi alla rigorosa distanza di un metro».
Ovvio, che in questo caso l’espressione «se possibile» è in qualche modo generica, nel senso che è quanto meno complicato stabilire in assoluto il confine tra ciò che lo è e ciò che non lo è.
Molto più puntuale, invece, il punto in cui si dice che l’azienda deve individuare o installare «servizi igienici dedicati, prevedere il divieto di utilizzo di quelli del personale dipendente e garantire una adeguata pulizia giornaliera».
Tutto ciò, quindi, renderebbe non consentiti quei cartelli apparsi nei giorni scorsi in cui si vietava l’utilizzo dei bagni da parte degli autisti, nel senso che l’azienda che riceve le merci non può rifiutarsi di far usare un bagno ai conducenti, ma deve individuarne uno a loro dedicato e provvedere a una pulizia quotidiana.
E laddove non ce ne sia uno esistente, deve provvedere a installarlo.
Sull’effettivo grado di attuazione del protocollo è difficile fare previsioni.
Certo è che, come sottolinea anche la Cgil, la sottoscrizione del testo da parte del Governo dovrebbe sicuramente favorirlo.
E comunque, atteggiamenti come quelli riscontrati in molti centri di carico sarebbe sicuramente denunciabili come illegittimi.
Non riguardano specificatamente i trasportatori, ma sono applicabili anche alle aziende di trasporto la prescrizione di mettere a disposizione dei lavoratori idonei mezzi detergenti per le mani, l’utilizzo delle mascherine in conformità a quanto previsto dalle indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità o, in caso di difficoltà di approvvigionamento e alla sola finalità di evitare la diffusione del virus, ricorrere a quelle indicate dall’autorità sanitaria.
Infine è favorita la preparazione da parte dell’azienda del liquido detergente secondo le indicazioni dell’OMS.
Tutte queste sono comunque prescrizioni che riguardano in generale le aziende.
Ricordiamo però che la ministra delle Infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli, ha annunciato di aver predisposto delle linee guida relative alla sicurezza, che potranno garantire alle donne e agli uomini che lavorano nel settore logistico di operare in tutta la filiera, che saranno diffuse entro il 14 marzo.
De Micheli ha anche aggiunto che, dopo i problemi riscontrati nei magazzini di alcuni territori, in alcuni porti e nelle consegne a domicilio, il ministero agevolerà anche «accordi locali per consentire il prosieguo delle attività».
Fonte: www.uominietrasporti.it
CO.S.A.R ( Consorzio Servizi Autotrasportatori Riuniti) è una società italiana con sede a Torino specializzata nei servizi per le aziende di autotrasporto.
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