Dopo l’annuncio di ieri, arriva la firma del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sul DPCM che così, dopo la pubblicazione in corso in Gazzetta Ufficiale, potrà entrare in vigore dalla mezzanotte del 23 marzo.
Le quasi 20 ore di distanza tra l’annuncio e la firma è giustificata dai tentativi di alcuni settori e multinazionali di riuscire a fare entrare la propria nell’elenco delle attività essenziali.
Perché di fatto – come già chiarito – l’ennesimo DCPM del 22 marzo serve a segnare una netta separazione tra le attività essenziali (il cui elenco, allegato al decreto, lo trovate allegato anche a questa pagina ) e quelle non essenziali, acconsentendo soltanto alle seconde il proseguo dell’attività e bloccando invece le prime (a meno che non siano organizzate per lavorare in smart working o a distanza).
Ma come notava già ieri sera la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli – ospite da Lilli Gruber su La7 – anche il settore agroalimentare ha comunque necessità di altri materiali, compresi quelli plastici, per poter effettuare il confezionamento e l’imballo.
Parole che poi, nel decreto, vengono tradotte definendo queste attività come «funzionali» ad assicurare la continuità delle filiere, che quindi restano consentite «previa comunicazione al Prefetto della provinciaove è ubicata l’attività produttiva».
Il prefetto avvertito può anche sospendere le attività se ritiene che non sussistano le condizioni per farle operare, ma fino al provvedimento di sospensione, le imprese possono operare sulla base della comunicazione resa.
In ogni caso, a scanso di equivoci, il decreto sottolinea che «è sempre consentita l’attività di produzione, trasporto, commercializzazione e consegna di farmaci, tecnologia sanitaria e dispositivi medico- chirurgici nonché di prodotti agricoli e alimentari».
Questo anche perché le attività funzionali ai servizi di pubblica utilità non sono soggette alla comunicazione prefettizia.
In più sono consentite le attività dell’industria dell’aerospazio e della difesa, quelle di rilevanza strategica, quelle affidate a impianti a ciclo produttivo continuo (seppure, in quest’ultimo caso, dietro comunicazione al Prefetto).
Rimane un dubbio: il decreto viene annunciato di sabato ed entro in vigore il lunedì, ma è ovvio che molte attività tra quelle non essenziali erano in corso, magari avevano già caricato merci lo scorso venerdì per poterle consegnare lunedì.
E allora che ne sarà di queste operazioni, debbano interrompersi o possono continuare? La risposta del decreto è abbastanza precisa: «Le imprese le cui attività sono sospese per effetto del presente decreto completano le attività necessarie alla sospensione entro il 25 marzo 2020, compresa la spedizione della merce in giacenza».
Quindi, significa che anche le attività non essenziali se avevano preparato merce in attesa di inviarla a destinazione possono portarla a termine.
Se quindi avevano già richiesto a un trasportatore di caricare della merce, questi può andarla a prendere in consegna salvo consegnarla entro la mezzanotte di mercoledì.
Infine l’elenco così come predisposto potrebbe essere aggiornato tramite decreto del ministero dello Sviluppo economico, sentito il ministero dell’Economia.
Fonte: www.uominietrasporti.it
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