Il decreto Semplificazioni rende obbligatoria dal prossimo mese la comunicazione al Registro delle imprese del proprio domicilio digitale.
Solo per i nuovi iscritti è previsto un congelamento della domanda in caso di mancanza dell'informazione, per gli altri scattano le sanzioni
MILANO - Ancora pochi giorni e per le imprese sarà necessario avere una Pec o - in senso più ampio - un "domicilio digitale" per svolgere la propria attività.
Il decreto semplificazioni, convertito nella legge 120 dell'11 settembre scorso, fissa infatti al 1° ottobre il termine entro il quale tutte le aziende che ancora non lo hanno fatto devono comunicare telematicamente al Registro delle imprese il proprio domicilio digitale (PEC) attivo e univocamente riconducibile all'impresa.
"Possedere un indirizzo di posta elettronica certificata, che facilita i rapporti con la Pubblica amministrazione, era già un obbligo dal 2008 per le società e dal 2012 per le imprese individuali.
Ma se la mancata comunicazione prevedeva finora solo una sospensione temporanea per l'invio di pratiche telematiche al Registro imprese, ora invece può comportare una multa compresa tra i 206 e i 2.064 euro per le società, tra i 30 e i 1.548 euro per le imprese individuali", ricorda Unioncamere.
Le sanzioni sono dunque raddoppiate o triplicate rispetto alla norma precedente.
La deroga alle sanzioni prevista dal Semplificazioni riguarda soltanto le imprese alla prima iscrizione: per costoro scatta la sospensione della domanda in caso di mancata indicazione del proprio domicilio digitale.
Le sanzioni scattano, in questo caso, se non si provvede a integrare la domanda.
Spiegava Ipsoa in un recente articolo sul tema come la nozione di "domicilio digitale" sia più ampia e ricomprenda non solo la Pec, ma anche i Servizi elettronici di recapito certificato qualificato (Sercq), definiti dal regolamento europeo eIDAS.
Servizi che però ancora non sono stati attuati nel nostro Paese, limitando quindi allo stato attuale l'obbligo alla Pec stessa.
"Per le imprese che dopo la scadenza del termine risulteranno prive di Pec, oltre al pagamento della sanzione amministrativa, è prevista l'assegnazione d'ufficio di un domicilio digitale da parte della Camera di Commercio - ricorda ancora Unioncamere - La comunicazione del domicilio digitale è esente da imposta di bollo e diritti di segreteria.
Può essere effettuata dal titolare o legale rappresentante dell'impresa direttamente dal sito ipec-registroimprese.infocamere.it , oppure seguendo le istruzioni sul sito della Camera di commercio del proprio territorio".
Secondo dati rilasciati da Agid a luglio, dall'inizio del 2019 sono aumentati di oltre un milione gli account di posta elettronica certificata, per un totale di più di 3 miliardi di messaggi inviati e nello stesso periodo è aumentato di oltre un milione il numero di caselle di Posta Elettronica Certificata attive in Italia.
A gennaio 2019 risultavano configurati più di 10 milioni di account e ad aprile di quest'anno gli indirizzi PEC hanno toccato quota 11 milioni e 290mila, per un totale di circa 3,1 miliardi di messaggi inviati in un quasi anno e mezzo.
Le stime riportate dal Sole24Ore dicono di 1,7 milioni di imprese iscritte che non hanno una Pec valida.
Fonte: Repubblica.it
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