Cosa viene richiesto in Slovenia, Austria, Francia e Germania al personale viaggiante dell'autotrasporto italiano e cosa viene richiesto invece ai dipendenti di imprese straniere in ingresso in Italia.
Il Dcpm approvato il 24 ottobre non ha creato particolari problemi agli autisti o, come si dice tecnicamente, al personale viaggiante del trasporto.
Attenzione, però, perché esistono alcuni formalismi burocratici sia per il personale di imprese straniere che entrano in Italia, sia per chi dall’Italia deve entrare in alcuni paesi confinanti.
Andiamo a vedere separatamente.
L’ingresso in Francia e Austria
Più precisamente per accedere in Francia da alcuni giorni è necessario disporre di un certificato di viaggio, da scaricare in un apposito sito governativo.
L’Austria, invece, seppure ha disposto una sorta di mini-lockdown, concede di non sottoporsi a quarantena soltanto a chi arriva nel paese da un gruppo di altri Stati (sostanzialmente quelli europei), tra i quali compare anche l’Italia.
La situazione cambia e obbliga invece alla quarantena, nel caso in cui chi arriva dall’Italia o da altri paesi europei si sia recati in altri paesi a rischio nei dieci giorni precedenti.
L’ingresso in Slovenia e in Baviera
Per quanto riguarda la Slovenia, si tenga presente che Lubiana ha inserito in una lista rossa di aree a rischio anche un lungo elenco di regioni italiane (per la precisione: Abruzzo, Valle d’Aosta, Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Toscana, Umbria, Veneto e Provincia di Bolzano).
E quindi chi proviene da tali regioni deve fare una quarantena di 10 giorni una volta entrato in Slovenia o, in alternativa, presentare un test negativo effettuato non più di 48 ore prima.
Tale misura però non riguarda chi sta svolgendo un trasporto merci internazionale o chi deve soltanto transitare, anche se è sempre necessario, rispetto alla prima condizione, dimostrare il proprio status con il certificato di cui all’Allegato 3 della Comunicazione della Commissione UE del 24.3.2020 sull’attuazione delle corsie verdi ovvero con un altro documento adeguato comprovante lo svolgimento di un trasporto merci.
Aggiungiamo pure che, contrariamente alla voce che si è diffusa nei giorni scorsi, per entrare nella Lander della Baviera in Germania non esiste alcuna limitazione per gli autotrasportatori.
L’Associazione nazionale tedesca BGL, infatti, ha pubblicato sul proprio sito un chiarimento inequivocabile, secondo cui «l’obbligo di test non dovrebbe applicarsi alle persone che per motivi professionali trasportano persone e merci attraverso le frontiere su strada, ferrovia, nave o aereo».
Gli autisti stranieri in arrivo in Italia
Per il personale viaggiante dell’autotrasporto che deve invece entrare in Italia non ci sono problemi, almeno se si tratta di italiani.
In caso di dipendenti di imprese straniere è invece necessario redigere una autodichiarazione comprovante le esigenze lavorative e comunicare il proprio ingresso al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente in base al luogo di entrata (art.5 e art.6 c.7).
Peraltro, a chi ha soggiornato o transitato nei 14 giorni precedenti in una serie di Paesi a rischio Covid (vale a dire, al momento attuale, Armenia, Bosnia Erzegovina, Kosovo, Macedonia del Nord, Moldavia e Montenegro), è consentito di rimanere in Italia per non più di 120 ore laddove i trasporti abbiano una destinazione all’interno del territorio italiano o di 36 ore in caso di solo transito.
Fonte: www.uominietrasporti.it
CO.S.A.R ( Consorzio Servizi Autotrasportatori Riuniti) è una società italiana con sede a Torino specializzata nei servizi per le aziende di autotrasporto.
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