Per il presidente di Conftrasporto il danno provocato dalla decisione austriaca costerà alla nostra economia circa 370 milioni per ogni ora di ritardo. E proprio per questo auspica un interessamento diretto da parte del presidente del Consiglio Conte
Il prossimo 1° gennaio scattano di fatto i divieti di transito notturno per i camion italiani sul Brennero imposti dall’Austria e che interessano anche i camion meno inquinanti, vale a dire gli euro 6 di ultima generazione. «Da oggi finisce la libertà di circolazione in Europa – commenta in modo estremamente critico il presidente di Conftrasporto-Confcommercio, Paolo Uggè – I falsi mujahidin ambientalisti austriaci, in tema di frontiere chiuse,‘possono’ più del covid».
Il ragionamento di Uggè sul tema non fa sconti: «Dato che gli austriaci disconoscono il principio della libertà di circolazione tra i Paesi dell’Unione Europea, sancita da un accordo da loro stessi sottoscritto – argomenta in modo molto netto – non vedo per quale motivo debbano continuare a farne parte». Anche perché – come beffa da aggiungere al danno – c’è anche da ricordare che «il divieto di circolazione varrà per i mezzi pesanti italiani, ma non colpirà quelli austriaci. Che, notoriamente, emettono fragranze benefiche», ironizza il presidente di Conftrasporto.
L’asse del Brennero garantisce l’integrazione dell’Italia con il mercato unico europeo. È il principale valico alpino per volumi di merci in transito (oltre 40 milioni di tonnellate nel 2018), ed è percorso da 4,5 milioni di camion all’anno che non hanno come origine né destinazione l’Austria. Chiudendo le porte alla libera circolazione, per ogni ora di ritardo nell’attraversamento del valico, la nostra economia paga già più di 370 milioni di euro su base annua. Per i maggiori tempi di percorrenza legati al passaggio su rotaia, il danno per il sistema economico italiano è stimato in 100 milioni di euro all’anno.
A fronte di tutti questi argomenti è urgente – secondo Uggè – che «il presidente del consiglio intervenga direttamente a difendere gli interessi nazionali. Con i fatti, non con le parole».
Fonte: Uomini e Trasporti
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