Il problema è trovarne di disponibili a lavorare nell’autotrasporto. Ma per chi avesse la fortuna di imbattersi in qualche giovane – ma neanche tanto, poi – che non abbia più di 36 anni, oggi ha anche la possibilità di sopportare un costo del lavoro inferiore. E questo in virtù dell’opportunità offerta dalla legge di Bilancio 2021 che adesso l’INPS chiarisce come sfruttare, tramite un messaggio (il n. 3389) datato 7 ottobre 2021.
Si tratta in particolare di uno sgravio contributivo – sul quale peraltro la Commissione Europea ha già fornito semaforo verde – che arriva all’esonero totale dei contributi a carico dell’azienda, fissando però una soglia massima, che ammonta a 6.000 euro all’anno, per una soglia massima conguagliabile mensilmente che è pari quindi a 500 euro.
Per quanti anni? Dipende, perché in generale il periodo di decontribuzione è di 36 mesi, ma nel caso delle regioni del Sud si allunga di un anno e arriva a 48 mesi.
A poterne beneficiare sono i datori di lavoro che nel biennio 2021-2022 (quindi a partire dal 1° gennaio 2021) hanno assunto o assumeranno a tempo indeterminato (o stabilizzano da tempo determinato in indeterminato) dipendenti che abbiamo fino a 36 anni. Sono esclusi i contratti di apprendistato, quelli intermittente o a chiamata, la prosecuzione di contratto dopo l’apprendistato, il personale con qualifica dirigenziale e il lavoro occasionale.
Per i rapporti di lavoro instaurati o risolti nel corso del mese, la soglia va riproporzionata assumendo a riferimento la misura di euro 16,12 (€ 500/31 giorni) per ogni giorno di fruizione dell’esonero contributivo.
Fonte: Uomini e Trasporti
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