Il 22 giugno il Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza i tre testi che fanno parte del pacchetto Fit For 55: ETS, vale a dire il sistema di scambio di quote di emissioni, fondo sociale per il clima e tassazione carbone alle frontiere. Si tratta del pacchetto legislativo dell'Unione europea che ha lo scopo di ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, e conseguire la neutralità climatica entro il 2050, secondo quanto previsto dalla legge europea sul clima.
Confermata quindi, con 349 voti a favore, 157 contrari e 32 astenuti, l’estensione delle quote di emissioni al trasporto stradale (a partire dal 2024) e marittimo (dal 2025) oltre all'aereo. Un dossier quest’ultimo che ha avuto una gestazione particolarmente laboriosa per la distinzione tra tratte intra- comunitarie ed internazionali.
Il fondo sociale per il clima è invece volto a compensare i costi della transizione ecologica e ha un budget di 72,2 miliardi al 2027.
Rispetto alla proposta della Commissione europea, gli eurodeputati chiedono che la riduzione delle emissioni dei settori ETS sia più graduale nella fase iniziale per accelerare in quella finale, arrivando a un taglio della CO2 del 63% al 2030 rispetto al 2005.
Dopo la valutazione da parte del Coreper, prevista per il 28 di questo mese, inizierà il percorso del trilogo in autunno sotto presidenza Ceca.
Per il presidente di Conftrasporto-Confcommercio, Paolo Uggè, l’approvazione dell’ETS è “una misura totalmente incomprensibile quando si è in piena pandemia, nel pieno di una guerra. Invece di pensare ad aiutare i cittadini e le imprese a evitare nuovi costi e a garantire risorse energetiche, il Parlamento europeo pensa alle auto elettriche e a nuove tasse per le imprese. La categoria che rappresentiamo, che conta migliaia di imprese in Italia, non ci sta, e faremo tutto quanto sarà possibile affinché il Governo italiano, in sede di Consiglio, ribalti queste scelte assurde e pericolose”.
Preoccupazione per l'impatto dell'ETS sulle piccole imprese è stata espressa anche da UETR.
“L'insostenibile aumento dei prezzi dell'energia in Europa sta già mettendo a rischio le aziende di trasporto su strada che svolgono un ruolo fondamentale nella consegna di beni alle persone e alle imprese – scrive l’associazione europea -. L’Ue deve prima dare priorità all'accelerazione del pieno sviluppo dell'infrastruttura per i combustibili alternativi (AFIR). Qualsiasi eventuale inclusione del trasporto su strada nell'ETS necessita come prerequisito essenziale della piena diffusione di tale infrastruttura in tutta l'Ue”.
Fonte: Rivista Tir
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